Ci sono voluti anni, trascorsi in parte a camminare e in parte a sognare, per portare a termine il libro sui Cammini di Santiago, pubblicato da Touring. Dopo il mio viaggio lungo il Camino Francés del 2004, ho avuto il piacere di tornare a Compostela prima seguendo la costa alta e selvaggia del Camino del Norte, poi le stradelle lastricate tra i vigneti del Camino Portugués. Quest’anno, come già sa chi ha dato un’occhiata al mio sito, è stata la volta della lunga camminata, in buona parte solitaria, lungo la Via de la Plata da Mérida ad Astorga e poi da qui a Santiago. Qualche mese per via, circa 2400 chilometri a piedi che non hanno senz’altro esaurito le scoperte e le emozioni che si possono trovare lungo le vie dell’Apostolo in terra di Spagna, ma che mi hanno dato un’idea molto forte sull’unitarietà del sistema dei cammini di Santiago. Diversissimi tra loro ma legati indissolubilmente l’uno all’altro e uniti dalla meta comune di Santiago. La scelta di realizzare un libro dedicato a quattro itinerari differenti è nata dalla considerazione che molti, come me, dopo aver assaporato le sensazioni del pellegrinaggio a piedi tra Roncisvalle, Pamplona, Léon e Burgos, si sono ritrovati a cercare nuove mete e nuovi itinerari. Che però conservassero la suggestione dell’arrivo, in un giorno di sole o sotto la pioggia battente, davanti alla scalinata che, dalla piazza dell’Obradoiro, conduce al Portico della Gloria, dominato dall’immagine serena e antica di Giacomo il Maggiore.
PS Hanno parlato del libro Andrea Mattei sulla Gazzetta dello Sport e La Repubblica (con un articolo di Michele Serra dedicato al Camino Francés e ai suoi strani frequentatori).
Qui di seguito, per chi è interessato al libro,
le poche righe dell’introduzione.
Buona lettura e Buen Camino.
“Non una guida, non un diario. Questo libro
dedicato alle antiche vie che conducono ai
piedi della statua di san Giacomo il Maggiore
nel Portico de la Gloria di Santiago è
solo un racconto. Racconto – in buona parte per
immagini – di circa 2400 chilometri percorsi
negli anni sui Cammini diretti verso Compostela.
In compagnia di amici carissimi e di sconosciuti,
di decine di nazionalità diverse, spesso
cercando di capire come mai, ogni anno, decine
di migliaia di persone come noi si fossero decise
a lasciare casa per sbuffare tra pietre e asfalto,
fioriture e vigneti dell’immensa Penisola Iberica.
Un ricordo, certamente, ma anche un invito
a scoprire itinerari storici di grande fascino e
inoltre – e forse soprattutto – a farsi cogliere
dalla fortissima suggestione che le vie di san
Giacomo (Santiago in spagnolo) possono esercitare
su ognuno di noi. Laico o credente, agnostico
o mangiapreti. Ma mai indifferente al peso
della storia che qui è transitata, alle tracce fisiche
e soprattutto spirituali del numero incalcolabile
di uomini e donne che, a un certo punto
della loro vita, hanno lasciato ogni cosa e si sono
messi in cammino. Spinti – ma questa è una mia
modesta opinione personale – non tanto dall’attrazione
per l’arte, la storia e le bellezze dei paesaggi
attraversati, quanto dalla voglia di mettersi
alla prova, in un modo razionale e squisitamente
moderno ed europeo, lungo un viaggio di
questa portata. Per scoprire, nella maggior parte
dei casi, che il cuore dei Cammini di Santiago
non è nella meta, ma nelle lunghe, lunghissime
ore trascorse con fatica sulla via”.